2. Quattro anni tra i più difficili e complessi, segnati da quattro governi, due elezioni politiche anticipate, da uno scontro durissimo fra poteri dello Stato, dal protrarsi di una crisi economica-sociale in certi momenti drammatica; dal rischio concreto di vedere il nostro paese ghettizzato e ridotto ai margini nel contesto europeo. Quattro anni segnati perciò dal rischio ricorrente di scaricare sul sindacato e sui lavoratori che rappresenta tutto il peso delleventuale fallimento prima e del riaggiustamento duro dopo. E la UIL per la sua storia, il suo retroterra politico di riferimento - non è esagerato dirlo - ha rischiato, se possibile, ancora di più.
3. Non abbiamo mai dovuto fare omaggi ai nuovi 'miti', come è tipico dei neofiti. Così abbiamo potuto criticare il modo tutto monetarista di intendere il trattato di Maastricht, poiché nessuno avrebbe potuto dubitare del nostro europeismo e della comprensione solida fra le nostre file del valore politico ed economico dellEuropa unita e della necessità assoluta della nostra adesione: europeismo è infatti parte fondante della nostra identità.
Così come è parte della nostra identità - nel momento in cui con più forza lottiamo per difendere ed espandere la gamma dei diritti - la comprensione dei doveri che ricadono sui lavoratori; la comprensione, cioè, della necessità della ricerca di punti di equilibrio fra i contrastanti interessi.
E perciò non abbiamo mai temuto, nelle tante discussioni e trattative, che avevano ed hanno per oggetto il ridisegno delle garanzie sociali, di sembrare eccessivamente duri nella difesa dei lavoratori e dei pensionati.
Non di durezza si trattava e si tratta, ma di ricerca vera del punto di equilibrio, sapendo che i lavoratori sono quelli che più danno e più rischiano. Oggi, per quanto paradossale possa sembrare, il tema dell'uguaglianza, o in altri termini delle pari opportunità, della lotta al privilegio e del ripristino delle regole, riconquista una sua straordinaria attualità.
L'uguaglianza può divenire un valore aggregante se vuol dire regole uguali per tutti (anche se i parametri retributivi o di reddito e quindi di collocamento sociale, sono necessariamente diversi) nei diritti e nei doveri, pari opportunità di crescita culturale, professionale, sociale ed economica.
La massima trasparenza del sistema economico ed istituzionale e la certezza delle regole sono le condizioni elementari per l'uguaglianza effettiva. Si pensi solo alla questione fiscale o all'amministrazione della giustizia, ed in modo particolare alle condizioni della giustizia del lavoro. La solidarietà è un valore fortemente condiviso se finalizzata a garantire a tutti l'uguaglianza delle condizioni minime essenziali e delle opportunità di emancipazione e di sviluppo.
La solidarietà quindi resta un valore centrale dell'azione sindacale secondo regole di convivenza civile basate sul rispetto rigoroso della legalità.
Chiudendo questo sguardo retrospettivo, non possiamo non rilevare che, così facendo, abbiamo anche lavorato a smentire nei fatti che il sindacato fosse un organico ostacolo al conseguimento di ogni obiettivo positivo che lItalia avesse davanti: il risanamento strutturale, il rilancio produttivo, il suo ingresso nella moneta unica.
Uno sguardo sui prossimi quattro anni
4. Gli indubbi risultati acquisiti sono soggetti ad un forte rischio di reversibilità. Il risanamento economico dello Stato non potrà essere dato per acquisito definitivamente di fronte al processo di convergenza verso la moneta unica europea che ci attende da qui al 2001. Rimane la spada di Damocle di un debito pubblico tra i più forti in Europa, che se non corretto da equilibrate politiche economiche, potrà sempre portarci fuori dallUnione monetaria.
Nelle sue linee generali, lassetto industriale del nostro paese rimane legato ad un basso profilo tecnologico, che lo rende instabile e fragile. Questo è ancor più vero per il tessuto delle piccole e medie imprese che caratterizza la nostra economia produttiva e che sempre maggior peso assumerà anche dal punto di vista occupazionale.
Vi è una debolezza intrinseca nel sistema paese, intendendo per tale quellinsieme connesso di iniziative che vanno dalla efficienza alla rapidità della pubblica amministrazione, alla dotazione di infrastrutture e reti materiali ed immateriali, da una struttura fiscale 'amica' degli investimenti e dellespansione, ad una struttura dei servizi alla produzione (credito - TLC -trasporti - formazione) efficiente.
I cambiamenti in atto nel mondo del lavoro, sempre più parcellizzato, lanciano sfide al sindacato, che dovrà affrontare i problemi di tutela di ormai milioni di lavoratori che vivono con rapporti di lavoro diversi dai tradizionali.
Il paese poi vive un momento storico di profonda spaccatura economica, sociale, produttiva, che vede accanto a spinte separatistiche il permanere di vaste zone di illegalità, di depressione economica, di assenza quasi assoluta di infrastrutture. Zone dove la modernizzazione delleconomia stenta ad arrivare, dove la disoccupazione crea un mercato del lavoro falsato, basato sul ricatto. Zone inquinate dalla criminalità dove non è possibile lo sviluppo delle imprese se non si riafferma con vigore la legalità e la certezza del diritto.
5. In questo processo il sindacato rischia di essere emarginato dal campo di gioco. La fluidità politica può portare a cambiamenti di indirizzo del paese, dando spazio a pregiudiziali antisindacali. O, daltro lato, governi o partiti che si considerano amici, possono cadere nella tentazione di volersi sostituire al movimento sindacale nella rappresentanza del mondo del lavoro.
Nelle schede di risoluzione sono illustrati problemi e prospettive di lavoro della UIL
per i prossimi quattro anni. Non sono indicati tutti i campi di attività del sindacato,
ma solo alcuni capitoli di maggiore importanza. Tra una tesi e laltra cè
lelemento di continuità costituito dal progetto politico, sociale e culturale che
esprimiamo come Sindacato dei cittadini: lavoratori, pensionati, giovani, disoccupati.
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