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11. LA SCUOLA

1. Una scuola utile è quella che insegna a capire, a sviluppare la curiosità per la conoscenza e non una scuola che da solo nozioni. Il grande patrimonio dell'Europa e dell'Italia, culle da sempre della conoscenza, non può essere un ostacolo alla modernizzazione. Anzi, ne è il principale motore.

2. La consapevolezza del valore dell'istruzione e della formazione, intese come strumento indispensabile per affrontare la complessità, è sempre più diffusa. Se in passato la capacità di leggere, scrivere e far di conto era ritenuta sufficiente per la generalità degli individui, oggi la possibilità di accedere e mantenere un lavoro dipendono in larga misura dal possesso di strumenti intellettuali e culturali di buon livello. Questa consapevolezza trova riscontro nella logica degli accordi del 1993 e del 1996 in cui l'impegno politico sui temi dell'apprendimento e della formazione continua rappresenta la contropartita vera alla prospettiva di flessibilità e mobilità che si viene delineando nel futuro per i lavoratori.

3. L'esigenza di combinare, infatti, un elevato possesso dei linguaggi, solide conoscenze generali e competenze settoriali altamente riconvertibili per tutto l'arco della vita comporta una più lunga preparazione di base e l'acquisizione di un metodo di formazione permanente.
La divisione tra scuola e formazione professionale in questa prospettiva non regge più.

4. Peraltro l'attenzione al dominio della lingua e dei linguaggi in genere deve essere assoluta nell'epoca dell'informazione e della comunicazione totale.
La grande centralità dell'istruzione e della formazione nelle nostre società conferma la rilevanza pubblica della scuola e l'assoluta fisiologicità della grande massa di risorse ad essa destinata.

5. Tuttavia anche la scuola non sempre è riuscita a stare al passo dei suoi dichiarati obiettivi e per di più soffre degli stessi problemi di efficienza ed efficacia propri di altri settori pubblici.
La richiesta di abbattimento del cosiddetto monopolio statale a vantaggio di una maggiore concorrenza e competizione delle scuole dello Stato e quelle riconducibili all'iniziativa privata si iscrive in questa situazione.

6. La UIL in aderenza al testo costituzionale non si è opposta e non si oppone alla presenza delle scuole non statali. Tuttavia, la UIL ritiene che questa scelta potrà essere realizzata solo nel quadro di una riforma globale del sistema fiscale italiano e quando si creeranno le condizioni per investire adeguate risorse nel sistema pubblico per la realizzazione dei processi di riforma in atto e per la valorizzazione del capitale umano, che includano l'istituzione e l'attivazione di un appropriato sistema di valutazione per la verifica del possesso dei requisiti richiesti per il riconoscimento dell'idoneità all'esercizio delle attività educative e formative. In questa previsione assume estrema rilevanza l'attuazione della norma costituzionale che fissa le caratteristiche che la scuola privata deve avere per potersi qualificare come paritaria.

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