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9. GLI ANZIANI

1. L'inversione delle tendenze demografiche, con il conseguente continuo innalzamento della vita media, ha colto del tutto impreparate le società che sono state investite da tale fenomeno.
Un processo che rappresenta il più straordinario successo a cui sono pervenute le società moderne e che rischia di essere affrontato in modo regressivo da quella parte della politica, della cultura e dell'informazione che parla tanto di società postindustriale ma finisce poi per considerare un peso chiunque non sia attivamente inserito nei processi di produzione.
E' comunque fuori discussione che uno straordinario successo come è quello del vivere molto più a lungo pone anche problemi non più eludibili.
E' cresciuto il numero dei pensionati e quello dei disoccupati e occupati precari, mentre si è contratto il numero degli occupati; coloro che in un sistema previdenziale a ripartizione provvedono a finanziare l'intero sistema.
E' quindi fuori discussione l'esigenza di una riforma dello Stato Sociale sorretta da un rinnovato patto di solidarietà tra le generazioni, esigenza che la UIL sostiene ormai da lungo tempo.

2. La UIL nel rilanciare con forza l'esigenza di un rinnovato patto di solidarietà tra le generazioni esprime la convinzione che, all'interno di una politica di valorizzazione di tutte le risorse umane e professionali disponibili, gli anziani, o meglio la stragrande maggioranza di essi, con la loro esperienza professionale e di vita; con la loro voglia di fare e partecipare; con il loro rifiuto a considerare il tempo della pensione come tempo vuoto, sono in grado di dare alla società un contributo straordinario per risolvere i tanti problemi che ne determinano oggi un progressivo imbarbarimento.
Con la revisione delle norme che oggi penalizzano il lavoro degli anziani, lo sviluppo del tempo parziale e del volontariato, con un piano generale di educazione permanente che consideri gli anziani non solo come destinatari ma anche come operatori attivi, sarà più facile affrontare anche i problemi, sempre più drammatici, di quel 10% di anziani che per ragioni di salute o di età rischiano la totale emarginazione.
Più in generale il patto di convenienza reciproca tra giovani e anziani, può essere alimentato dalla capacità di realizzare una politica che sposi il bisogno di lavoro dei giovani con il crescente bisogno di servizi degli anziani.
Si affermerebbe in tal modo un concetto di solidarietà che non significa sacrificio per alcuni a vantaggio di altri, ma ricerca costante di un interesse comune realizzato sull'obiettivo di un generale avanzamento di tutta la società e sulla consapevolezza che il diritto di ognuno è garantito in modo stabile solo in quanto esso è coerente con i diritti di tutti.

3. I diritti fondamentali degli anziani che la UIL intende difendere sono: quello dell'autosufficienza economica; quello a vivere in sicurezza, in un ambiente difeso e valorizzato; quello alla salute e all'assistenza. Di più, è un diritto degli anziani quello di vedere modificati tutti quegli atteggiamenti, prassi ed abitudini della vita sociale ed economica che considerano l'età anziana solo come età della pensione, svuotata di ogni altro significato ed interesse.

4. La difesa dei diritti previdenziali, la revisione delle norme che impediscono il cumulo pensione-lavoro, la certezza di un reddito coperto dal rischio della erosione a causa dell'inflazione e non sganciato dalla evoluzione dei salari, sono per la UIL alla base della lotta per sconfiggere coloro che partendo dall'obiettivo di ridurre la spesa previdenziale e sociale dipingono con sempre maggior accanimento e ricorrendo spesso alla falsificazione della realtà, gli anziani come la parte insieme più pesante e più protetta della società.

5. Il 1999 sarà proclamato, per decisione dell'ONU, "Anno mondiale degli anziani".
La UIL che paventa il rischio di una ennesima e inutile occasione celebrativa, si impegnerà a fondo per far sì che la scadenza fissata dall'ONU venga utilizzata almeno per una riflessione molto ampia sulla condizione degli anziani nei paesi dove il fenomeno più rilevante è la mortalità infantile, dove non si vive a lungo e si vive molto male, dove gli anziani muoiono privi di diritti e di assistenza.
Il 1999 costituirà quindi un appuntamento il cui valore politico e morale deve essere chiaro a tutta la nostra organizzazione che in tutte le sedi sindacali, sociali, politiche e culturali dovrà impegnarsi per far sì che alcune iniziative concrete si sviluppino e alcuni passi avanti si realizzino.


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