1. Lo stato sociale è storicamente la più significativa conquista del riformismo e del movimento sindacale. Esso è stato ed è la base su cui poggia la coesione sociale nei paesi industriali dell'occidente ed un pilastro della democrazia politica.
2. E' costituito da un complesso di interventi che si estendono in diversi settori: scuola, casa, sanità, ammortizzatori sociali, aiuto ai bisognosi, sostegno ai disoccupati, borse di studio, riduzione per gli oneri sociali. Comprende, anche, i temi previdenziali: dalle pensioni vere e proprie alle pensioni sociali, alle integrazioni al minimo, alle pensioni di invalidità, alle pensioni di reversibilità. Non pesa in Italia sul PIL più che altrove: anzi rispetto a molte altre nazioni, talvolta meno.
3. Ciò nulla toglie al fatto che molte condizioni specifiche che ne hanno accompagnato il nascere e l'espandersi, siano significativamente mutate. Sono state un punto di forza la crescita esponenziale dell'occupazione, dei salari, dei mercati. Diventano un punto di debolezza la generalizzazione della fruizione senza norme selettive, l'andamento demografico, la mancata crescita occupazionale, i costi crescenti anche per la burocratizzazione dei servizi.
4. In tutto l'occidente si pone perciò un problema di 'riadeguamento' del sistema. Nulla volendo concedere alle tesi dei sostenitori della 'ritirata' dello Stato o dello 'Stato minimo', resta il problema della sua efficienza rispetto ai costi e della sua efficacia rispetto alle prestazioni. Tanto maggiore poi se si fa mente al peso e alle modalità del suo finanziamento per via fiscale e contributiva.
5. In Italia il problema è reso, se possibile, ancora più complicato, per la presenza di una significativa evasione fiscale, ed una significativa evasione contributiva che consentono la formazione di aree di privilegio nell'accesso alle prestazioni. Il più iniquo di questi privilegi è senza dubbio quello del premio aggiuntivo agli evasori fiscali. La UIL ha posto e pone con forza la necessità di una tutela ferma dei diritti anche mediante efficaci accertamenti fiscali verso coloro che vogliono usufruire delle prestazioni gratuite dello Stato Sociale. Per impedire il doppio premio agli evasori riteniamo necessario e urgente l'adozione del redditometro quale strumento misuratore della reale capacità di spesa dei cittadini.
6. E' falso e provocatorio il giudizio che assume la difesa del nostro sistema sociale come un danno arrecato alle prospettive di lavoro di giovani e donne.
7. Pilastri di un equo riaggiustamento, secondo la UIL, sono: un rapporto costante tra risorse destinate allo stato sociale e Prodotto Interno Lordo - PIL; l'unificazione delle regole di tutto il sistema pensionistico (anche con la pluralità degli enti di gestione); il riesame delle materie relative all'assistenza, al sostegno al reddito, al sostegno al lavoro (ammortizzatori sociali), al sostegno alle imprese; un trasferimento di risorse non pensionistiche per aiutare le famiglie e i giovani in cerca di occupazione, un più severo accertamento degli aventi diritto alle prestazioni.
8. Sull'insieme delle prestazioni sociali una
funzione particolare è svolta dal sistema pensionistico.
Il sindacato è consapevole della necessità di realizzare l'equilibrio finanziario dei
fondi pensione per poter garantire nel tempo sia i diritti dei pensionati che i diritti di
coloro che dovranno andare in pensione.
Questi diritti in Italia hanno caratteristiche diverse da quelle di altri paesi europei,
ma è inaccettabile che le diversità di sistemi che si sono consolidati nei decenni
vengano oggi considerate da alcuni un privilegio insostenibile.
9. In ogni caso la UIL non accetta la tesi
della abolizione delle pensioni di anzianità. Siamo invece favorevoli alla unificazione
delle regole di pensionamento per tutti i settori di lavoro, senza alcuna eccezione.
Con le regole uguali per tutti si decideranno poi le deroghe per i lavori usuranti o per
alcuni lavori specifici che legittimano un pensionamento anticipato rispetto ai 35 anni di
contributi.
10. Il nostro sistema pensionistico pubblico
deve allargare i suoi confini includendo nel settore della sicurezza sociale i FONDI
INTEGRATIVI DI PENSIONE. Non sarà più una scelta riservata a pochi che ne avvertono i
mezzi e la possibilità.
I fondi integrativi di pensione debbono essere considerati come una scelta decisiva, anche
se complementare, per mantenere il livello di sicurezza sociale prima garantito
esclusivamente dal sistema pubblico.
Ci sono ancora gravi ritardi. La UIL intende impegnare al massimo tutte le categorie
affinché con il procedere dei rinnovi contrattuali i fondi integrativi abbiano una
funzione centrale nella politica contrattuale.
UIL HOMEPAGE: http://www.uil.it/
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