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5. IL FISCO

1. Lo scenario politico dell'ultimo quinquennio è stato caratterizzato dalla centralità delle problematiche dello, stato sociale, mentre una insufficiente attenzione è stata riservata al superamento della crisi dello stato fiscale.

2. Una crisi profonda che viene da lontano e che ha determinato una situazione di progressiva e diffusa illegalità fiscale, in stridente e intollerabile contrasto con gli stessi principi costituzionali.

3. Nonostante l'impegno del sindacato, questo sistema continua ad essere caratterizzato da grande inefficienza dal punto di vista operativo e da grande iniquità dal punto di vista dei risultati.
Ben 350 mila miliardi di imponibile IVA, secondo dati ufficiali, sono occultati annualmente al fisco riflettendosi a cascata sull'evasione Irpef delle persone fisiche e dell'Irpeg per quanto riguarda le società. Redditi dichiarati che risultano, così, largamente inattendibili, e quindi, neanche utilizzabili per stabilire la certezza del diritto alle prestazioni sociali.

4. Il primo obiettivo che la UIL si pone è quello di un rapido rientro nella legalità fiscale di quella consistente massa di contribuenti che si è posta fuori dall'obbligo costituzionale di "concorrere alle spese pubbliche in ragione della propria capacità contributiva".

5. Il rientro dall'evasione rappresenta un passaggio obbligato sulla strada dell'equità sostanziale ed una condizione imprescindibile per la diminuzione della pressione fiscale a partire da quella sui lavoratori dipendenti e sulle imprese che costituisce l'altro obiettivo che la UIL intende perseguire nell'ambito di una politica fiscale di sostegno alle famiglie, di sviluppo dell'occupazione e di riequilibrio nella distribuzione della ricchezza.

6. Per il raggiungimento di questi obiettivi assume assoluta rilevanza la questione mai risolta dell'efficienza e dell'efficacia della gestione amministrativa del sistema tributario, a partire dai meccanismi di controllo e di accertamento.
La cronica paralisi dell'Amministrazione Tributaria ha indotto negli anni il legislatore a scaricare sui contribuenti compiti sempre maggiori di documentazione e calcolo delle imposte, aumentando i fastidi per il cittadino comune, ponendo a carico delle imprese un cumulo di oneri amministrativi che riducono pesantemente la loro competitività internazionale.

7. Vanno superate le rigidità dei meccanismi di funzionamento attuando un sistema che ricostituendo il rapporto di fiducia tra lo Stato e Contribuente identifichi gli strumenti che consentano all'Amministrazione di definire, sulla base di regole certe e trasparenti, l'accertamento fiscale.
A quei fini si richiedono iniziative urgenti in almeno tre direzioni. In primo luogo occorre portare a compimento il processo di semplificazione delle procedure, di razionalizzazione della struttura dei tributi, di facilitazione della dichiarazione dei redditi e delle sue modalità di presentazione (per le quali potrà essere importante l'apporto tecnico dei CAAF, come strumento qualificato del rapporto tra l'Amministrazione finanziaria ed i cittadini), di revisione delle sanzioni.

8. Deve essere chiaro che ogni sforzo di semplificazione si rifletterà positivamente oltre che sui costi di gestione delle imprese, anche sull'Amministrazione finanziaria che potrà liberare finalmente risorse per la lotta all'evasione. Contestualmente è indispensabile che l'intera struttura delle imposte, non solo erariali ma anche locali, sia funzionale, oltreché ad una equa redistribuzione del reddito, alle esigenze dello sviluppo dell'occupazione. In secondo luogo per quanto riguarda l'azione di contrasto alle evasioni, vanno assunte alcune misure urgenti parallele alla realizzazione degli studi di settore: dalla istituzione dell'archivio informatico nazionale dei conti bancari, al rilancio di strumenti idonei ad identificare gli evasori basandosi su elementi certi quali la disponibilità di beni patrimoniali o altri beni o servizi indicatori di capacità contributiva.

9. Gli studi di settore, devono costituire un ausilio agli uffici per l'accertamento, e non devono definire redditi stimati, che legalizzerebbero gran parte dell'evasione. In terzo luogo è indispensabile porre fine alla lunga stagione dei condoni "comunque denominati" e restituire un ruolo attivo all'Amministrazione finanziaria, prevedendo la sua trasformazione in una Agenzia che, assicurando l'attuazione degli obiettivi fissati dall'autorità politica, abbia piena ed effettiva autonomia organizzativa, finanziaria e gestionale.
Va realizzata, al riguardo, una struttura di tipo aziendale, nella quale siano garantiti al personale una crescita economica e professionale adeguata alle responsabilità ed alla importanza dei compiti svolti, un elevato grado di informatizzazione dei servizi ed una flessibilità organizzativa in grado di rispondere alle richieste delle Istituzioni Locali.

10. Il sistema fiscale italiano rappresenta, infatti, uno dei sistemi più centralistici oggi esistenti e quindi va realizzato un processo di effettivo cambiamento rappresentato da un Federalismo fiscale che dovrà prevedere tributi propri e forme di compartecipazione dei soggetti istituzionali decentrati in modo da responsabilizzare politicamente gli amministratori e consentire ai cittadini un riscontro e confronto diretto tra quanto vengono chiamati a pagare e quanto ricevono in beni e servizi.In questo senso è positiva, ma da seguire con attenzione nella sua realizzazione, l'istituzione dell'IRAP.
Questo processo deve, però, essere seguito attentamente sotto i seguenti profili:

    - i tributi propri degli Enti Locali debbono rispettare i principi di trasparenza e di semplificazione oltreché ispirarsi a criteri generali in grado di garantire un equilibrio complessivo del carico fiscale gravante sui cittadini e le imprese;

    - deve essere tutelata, attraverso appropriati meccanismi di redistribuzione, la posizione dei territori più svantaggiati dal punto di vista del reddito;

    - deve essere attentamente e preventivamente valutata la struttura amministrativa di cui gli Enti Locali devono dotarsi per poter gestire adeguatamente le nuove attribuzioni onde evitare che il trasferimento dei poteri determini inefficienze e, consequenzialmente, un fallimento del progetto di riforma. In particolare tale decentramento va realizzato, per quanto riguarda i Comuni, contestualmente alla riorganizzazione del sistema comunale (oggi su 8.100 Comuni 7.500 sono sotto i 15.000 abitanti mentre il 53% ha meno di 3.000 abitanti) che non può più essere rinviata ponendosi problemi di costi per i cittadini e di credibilità per lo stesso decentramento istituzionale.

11. Con questi presupposti potrà essere definito un "patto fiscale" tra fisco e contribuenti basato sulla reciproca fiducia e sul reciproco rispetto con poche regole certe e semplici che portino ad un cambiamento degli attuali comportamenti da una parte del contribuente che considera l'Amministrazione una persecutrice e, dall'altra dell'Amministrazione portata a considerare tutti i contribuenti "ugualmente" inaffidabili.

12. La proiezione comunitaria di questa politica tributaria nazionale implica la costruzione di un sistema tributario europeo in grado di evitare la concorrenza fiscale e di ridurre al minimo le distorsioni rispetto alla allocazione efficiente delle risorse. In altre parole, l'armonizzazione dovrebbe riguardare più da vicino un trattamento omogeneo dei redditi da capitale che tenga conto della piena libertà di movimento degli stessi.

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